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In uno dei luoghi più famosi dei Sibillini, vi racconterò quello che c'era e quello che c'è, di come Padre Pietro durante la sua vita ha seguito imperterrito la sua speciale visione e ha realizzato quello che vedete qui oggi. Di quello che il terremoto ci ha lasciato e di quello che si prospetta per il futuro. Vi racconterò come si è formata quella bellissima e impressionante gola che si attraversa prima di arrivare quassù. Per salire al "Paradiso" infatti dobbiamo passare prima all'Infernaccio.
Ultima tappa del grande percorso ad anello che abbiamo ideato per far conoscere in modo diverso il territorio che ci circonda. Abbiamo percorso sia tratti famosi che meno conosciuti e in 6 camminate chiuderemo il grande circuito che parte da Montemonaco. Questo itinerario lo abbiamo denominato "La Via della Sibilla Appenninica": vogliamo portarvi a immergervi nella natura e a fare una sorta di trekking "iniziatico". Giorno dopo giorno godendo dei profumi, dei suoni, degli odori e della vista di ciò che abbiamo di fronte abbandoneremo i problemi e guarderemo il mondo in maniera differente. Una volta raggiunta questa condizione saremo pronti per effettuare l'ascesa finale: il Monte Sibilla.
Nella sesta camminata proposta saliremo sul Monte Sibilla dove le leggende della maga Sibilla sono talmente importanti che già dal medioevo da tutta Europa cavalieri, alchemici e cercatori di fortune scendevano per andare ad esplorare la Grotta ed incontrare la veggente. Andremo ala scoperta della montagna simbolo del Parco Nazionale dei Monti Sibillini ammirando i meravigliosi panorami e le splendide fioriture primaverili. Ci vediamo sabato 3 Giugno!
Questa iniziativa e altre che vi faremo conoscere è realizzata grazie al contributo del GAL Piceno (PSL 2014-2020 - PIL Montagne del Piceno. Sottomisura 19.2.6.2.A Aiuti all'avviamento di attività imprenditoriali per attività extra-agricole nelle zone rurali).
Una super classica di ogni primavera / estate ma dalle emozioni indescrivibili. Escursione pomeridiana con cena al sacco al tramonto dal Belvedere Nord. Ritorno in notturna e poi discesa fino al Belvedere Sud per ammirare la Luna piena specchiarsi sulle onde del Mare Adriatico. Un'atmosfera che vi lascerà senza fiato.
Parco Nazionale della Majella: tra eremi rupestri, boschi secolari e freschi torrenti
Eremi rupestri e millenari arroccati su grotte improbabili, legati alla figura di Pietro da Morrone, il Papa del “Gran Rifiuto”; un ambiente selvaggio dove nelle fitte e fresche foreste o nelle aspre e assolate radure sembra di scorgere la sagoma indistinta del lupo e di altri animali selvatici; praterie costellate dai Tholos, strutture a forma di igloo, segni tangibili del duro lavoro che da millenni pastori e agricoltori hanno dovuto compiere per tentare di modellare il terreno, dissodando e arando gli aridi campi. L’ospitalità di un autentico agriturismo che offre quasi esclusivamente prodotti a km zero. I sapori della tradizione abruzzese fatta di ingredienti semplici e piatti saporiti. La guida Nicola, appassionata e competente. Tutto questo, e molto altro, è quello che vedremo nel nostro weekend al Parco Nazionale della Majella.
Incontro con i partecipanti alle h 10 presso l’Eremo di Santo Spirito a Majella, nel Parco Nazionale della Majella, dove scopriremo questo favoloso eremo accompagnati da una guida locale. Terminata la visita ci immergeremo nella Majella selvaggia fatta di faggete pure e miste in un bosco che sembra senza fine. Arrivati quasi all'Eremo di San Bartolomeo in Legio, collocato in un luogo inaspettato, il bosco fa pian piano spazio alla radura, molto sassosa, dove pascolano pecore e capre. I Tholos ci ricordano le fatiche che gli antichi agricoltori dovevano affrontare ogni giorno per coltivare questi lembi di terra. Un luogo aspro, ma bellissimo allo stesso tempo. Cena completa e pernotto in un autentico agriturismo, in camere doppie con bagno privato o in comune tra più camere (secondo disponibilità). Lunghezza 11 km, 300 m di dislivello.
Domenica 9 Luglio
Colazione in agriturismo. La mattina ci recheremo a Caramanico Terme per un’immersione nella selvaggia Valle dell'Orfento, area a protezione integrale all'interno del Parco Nazionale della Majella. Quando la valle si va restringendo, le cascate, le gole, le pozze, saranno il leitmotiv della giornata. I temi per rimanere estasiati ci sono tutti. Al termine visita dell’antico borgo di Caramanico Terme e ritorno alle auto. Termine dei nostri servizi. Lunghezza 10 km, 300 m di dislivello.
Facile escursione che si insinua velocemente in un luogo selvaggio e inaspettato: la gola del Rio Terro, dove scorre l'omonimo torrente, e la Cascata di Soffiano. Al di sotto del rigoglioso bosco della valle del Rio Terro, proprio ai piedi dell'Eremo di Soffiano, potremo goderci il rumore scrosciante delle acque e del fresco sottobosco. Meta dell'escursione è la bella Cascata di Soffiano con il laghetto sottostante incorniciato in un ambiente idilliaco.
Il Lago di Pilato non ha proprio bisogno di presentazioni, è diventato negli anni uno dei luoghi più famosi e visitati della Regione Marche. Dietro la sua caratteritisca forma ad occhiali, si celano misteri e aneddoti che vi sveleremo durante il percorso. Saliremo da Foce di Montemonaco e nel farlo ci immergeremo in un passato lugubre, tra demoni e negromanti ma ammireremo anche la bellezza dei paesaggi e della natura quasi incontaminata di questo posto.
Escursione semplice per ammirare la fioritura di Castelluccio di Norcia nel momento clou. Ho deciso di fare un'escursione infrasettimanale per evitare il caos delle macchine dei weekend. Per la questione parcheggi vi farò sapere il giorno prima, appena sarà più chiara la situazione nell'area interessata.
Camminare in uno scenario da cartolina, dove le creste dei Sibillini si rincorrono una dietro l'altra fino a raggiungere con gli occhi la vetta più alta, il Monte Vettore. Partiremo dal parcheggio di Monte Prata e saliremo prima su una carraia e poi per un bel sentiero panoramico fino all'anfiteatro naturale tra il Palazzo Borghese, il Sasso e il Monte Porche. Ritorno per lo stesso percorso.
Esplorare l'Appennino Perduto ha sempre il suo fascino, pochissimi sono gli abitanti rimasti in queste zone fatte di acqua e di bosco.
A testimonianza che un tempo l'economia del luogo girava anche attorno a quello che la montagna aveva da offrire, passeremo attraverso gli abitati ormai deserti o semi-deserti di Poggio Rocchetta, Agore, Piandelloro, Rocchetta. La sorpresa davanti alla Grotta del Petrienno sarà grande, per chi ancora non la conosce non vi svelo nulla. Neanche le foto rendono giustizia alla bellezza del luogo, dovete vederlo con i vostri occhi.