Una domenica alla Civica Enoteca Maceratese

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Civica Enoteca Maceratese. || Foto di Simona Pezzotta 

Da tempo intendevo recarmi alla Civica Enoteca Maceratese e domenica 23 giugno si è presentata l’occasione giusta: un nuovo appuntamento di “Che gusto c’è – Il gusto della domenica”. Si tratta di un ciclo di incontri finalizzati a migliorare la conoscenza dei prodotti tipici del territorio marchigiano, di quei prodotti che meglio ci caratterizzano e distinguono, dei “prodotti della nostra terra” insomma, come orgogliosamente ha affermato in apertura dell’incontro del 23 giugno Iginia Carducci, Presidente dell’Associazione Italiana Cuochi per la Provincia di Macerata.

Ogni incontro si caratterizza per la partecipazione di autorevoli relatori (gastronomi, giornalisti, esperti di settore e di tradizioni locali) chiamati, di volta in volta, ad approfondire il tema della serata. L’approfondimento coinvolge tutti i sensi. Prevista infatti, ogni volta, una piccola degustazione di piatti realizzati dai cuochi dell’Associazione, utilizzando proprio i prodotti presentati nel corso della serata, piatti poi accuratamente abbinati dai sommelier dell’A.I.S. ai migliori vini del territorio.

Il tema di domenica 23 giugno è stato “I dolci piaceri della vita: frutta e sani peccati di gola”; un seducente percorso gustativo nell’arte dolciaria. Relatrici della serata le sorelle Di Chiara, Manuela e Lucilla, le quali hanno cadenzato con i loro racconti, capaci di condurci in un vicino passato di tradizioni e ricordi, il susseguirsi di cinque dolci assaggi, frutto della maestria e dell’abilità del Maestro Pasticcere Roberto Cantolacqua.

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Le visciole al sole

Passeggiando per le campagne marchigiane non è così insolito incontrare, disseminati nei vari poderi, curiosi alberelli "che invece di elevarsi piramidalmente come gli altri Ciliegi, si allargano con una chioma rotonda, che li rendono pieni e cadenti" così Giorgio Gallesio in Pomona Italiana ossia Trattato degli alberi fruttiferi (Pisa 1817-1839). Sono i viscioli, dal ricco fogliame verde scuro che, ad inizio estate, si punteggia di un intenso rosso rubino.

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Visciole al sole | Foto di Simona Pezzotta.

Il visciolo è un Prunus cerasus ovvero un ciliegio acido.

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Monte San Pietrangeli e la festa delle erbe spontanee

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 Uno dei due leoni a guardia della città. || Foto di Simona Pezzotta

 Sede dell’Accademia delle Erbe Spontanee, Monte San Pietrangeli è una cittadina vocata alle erbe spontanee. Qui tutto parla di erbe e di fiori, persino i vicoli. 

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 Traversa Zafferano, Monte San Pietrangeli. || Foto di Simona Pezzotta

Tale è l’interesse della comunità per l’argomento che, proprio alle erbe spontanee, è stato dedicato un intero week end di festeggiamenti, il primo del mese di giugno. Escursioni per il riconoscimento delle erbe spontanee, laboratori, spettacoli teatrali aventi come comune denominatore il tema delle erbe, mostra mercato di erbe e fiori, di confetture e formaggi con erbe, di prodotti biologici ed infine piatti da gustare tutti rigorosamente con erbe spontanee. Questo l’intenso programma dei due giorni di festa.

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Come le ciliege, una tira l'altra: le Olive Ascolane

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 Piazza Arringo | © Nicola Pezzotta 2009. All rights reserved

Ascoli Piceno è una città sorprendente, culturalmente stimolante. Le diverse epoche storiche l'hanno percorsa e vissuta, lasciando tracce evidenti nel tessuto urbano. In esso si sono incontrati, mescolati e fusi insieme stili diversi - dal romanico al gotico, dal barocco al liberty - in una perfetta armonia. Questo è quello che sorprende di più. Fondamentale in questo gioco di eleganza ed armonia è stato il ruolo del travertino. Per duemila anni è stato usato come principale materiale per la costruzione di palazzi signorili, palazzi del potere, chiese e per la pavimentazione delle piazze, donando, con le sue morbide tonalità, quella preziosa luminosità che rende il centro storico di Ascoli Piceno tra i più apprezzati d'Italia.
Città del travertino, città delle cento torri, città del travertino parlante, tanti sono i modi per chiamarla e tante altre espressioni potrebbero essere trovate ed usate, camminando per la città. E sì, perché è proprio a piedi che si riesce ad apprezzare a pieno la città di Ascoli Piceno, a scoprirne il vero volto, percorrendo le caratteristiche viuzze e facendosi sorprendere da suggestivi scenari.

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Un incontro inatteso: storie di api e di apicoltori

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Ape su girasole | © Nicola Pezzotta. All rights reserved.

Le api, che mondo affascinante!

Avevo già avuto modo di conoscere la complessa e sorprendente vita sociale di questi insetti, grazie anche alla coinvolgente passione dell’apicoltrice del Country House Salomone di Matelica. Ma mai avrei immaginato di vedere, toccare ed attingere miele da un favo naturale! E che miele! Fluido, chiarissimo, quasi trasparente, delicato, in altre parole acacia.

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Miele d'acacia | © Nicola Pezzotta. All rights reserved.

La tarda primavera è periodo di sciamature e capita spesso che il nostro frutteto venga visitato dalle vecchie regine con il loro seguito di api in cerca di una nuova sistemazione. Si tratta solitamente di una semplice visita, sostando nel frutteto solo poco tempo: mezza giornata o al più un giorno. Questa primavera invece le cose sono andate diversamente. Una colonia di api ha deciso di stazionare stabilmente nel nostro frutteto, facendo del susino la sua nuova abitazione. Approfittando della nostra disattenzione, le api hanno realizzato in breve tempo (secondo l’apicoltore erano trascorsi almeno cinque giorni dalla sciamatura) più favi naturali: cellette perfettamente esagonali saldamente ancorate ad un ramo dell’albero da uno strato di cera, modellate e sagomate seguendo l’andamento del ramo, le sue diramazioni e gomiti, finendo così per inglobare nella struttura ramoscelli, foglie e frutti.

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